“Scusi, ma la sede dell’Urban Center è ancora a Palazzo Sturm?”.
Pongo la domanda al presidente dell’Associazione Urban Center Bassano Denis Bordignon. Il quale, dall’altro capo del telefono, mi rassicura: “Sì, certo!”
Dubbio risolto, dunque. Ma dubbio lecito. Sono infatti passato in questi giorni in via Porto di Brenta, in riva al fiume, sulla quale si affaccia il retro di Palazzo Sturm dove ha sede quella che – sotto l’Amministrazione Cimatti – era stata inaugurata quale “casa trasparente dei cittadini”, grazie all’impegno di un gruppo di promotori volontari animati da un grande senso civico.
La porta d’ingresso è chiusa sprangata: e in questo mese di agosto – dove in Italia tutto resta sospeso in aria come i personaggi di Matrix – la cosa ci sta.
Ma quello che mi ha colpito è l’assoluta assenza di informazioni.
Nessun cartello, nessuna scritta, nessun orario. Una volta c’erano, oggi non ci sono più. Quello che dovrebbe essere uno dei luoghi privilegiati di incontro della città attualmente è un edificio completamente anonimo. Non totalmente sguarnito, però: alla sera i battenti aprono per dare spazio a un’“aula studio” per gli studenti universitari. Ma niente di più.
Il presidente Bordignon riconosce che “manca la comunicazione” e aggiunge che a settembre “i cartelli verranno ripristinati”.
Ma l’attuale mancanza di indicazioni è un chiaro sintomo di una struttura in disarmo. Benché l’Associazione Urban Center sia ancora molto attiva, come dimostra la recente mostra “Confronti”, dedicata a quattro importanti progetti del territorio, allestita nella chiesa di San Giovanni.
Ma è la sede “fisica” del sodalizio che, come altre volte in passato, è tornata ad essere un oggetto misterioso. Nato come luogo di aggregazione della città, l’Urban Center ha da sempre sofferto il problema della sua ubicazione, poco accessibile rispetto ai consolidati flussi della frequentazione del centro storico.
E le due Amministrazioni comunali che dal 2010 ad oggi hanno retto le redini di Bassano ben poco (uso un eufemismo) hanno fatto affinché l’UC venisse recuperato alla pubblica attenzione.
La vera assurdità sono le indicazioni in centro che portano l’ipotetico cittadino interessato fino all’Urban Center. Ce n’è una in via S.Bassiano, tra le due piazze. Ma poi, in piazza Libertà, l’informazione sparisce e l’utente ignaro non viene reso edotto del fatto che bisogna proseguire dritto per via Portici Lunghi.
Si ritrova – quasi per incanto – un altro cartello indicatore in piazzotto Montevecchio, alla confluenza con via Schiavonetti, e quindi l’ultima freccia a ridosso del terrazzo di Palazzo Sturm.
Missione compiuta, quindi. Ma il nostro ipotetico cittadino, dopo tanto peregrinare, si troverà in una discesa che termina sul Brenta senza vedere alcun segno della presenza della sua destinazione.
Urban Center? Urban Boh.