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Sono in tre, arrivano tutti insieme e sono depositari di scienza e conoscenza: un po’ come i Re Magi. La data della loro venuta a Bassano del Grappa è però annunciata una settimana dopo l’Epifania, e cioè martedì prossimo 13 gennaio. Porteranno in dono la loro sapienza tecnica in materia di restauro dei beni architettonici, a beneficio del progetto di ripristino e consolidamento statico del Ponte di Bassano. Tre fra i massimi esperti del settore, invitati dall’Amministrazione comunale, si recheranno così al capezzale del grande malato di legno per confrontarsi e fornire indicazioni sulla predisposizione del progetto preliminare dell’atteso intervento.
Il primo esperto gioca in realtà in casa: si tratta infatti del prof. Claudio Modena – nome già noto alle nostre cronache -, ingegnere e docente ordinario di Tecnica delle Costruzioni e di Teoria e Progetto di Ponti presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell’Università di Padova, struttura con la quale l’Amministrazione bassanese ha stipulato una convenzione di collaborazione per lo studio e la diagnosi preliminare del monumento da restaurare.
Il secondo “savio” è il prof. Giovanni Carbonara, architetto e docente di restauro architettonico all’Università “La Sapienza” di Roma, presidente del Comitato tecnico-scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero ai Beni Culturali e curatore di alcuni tra i più prestigiosi restauri di edifici e strutture storiche in campo nazionale.
Il terzo sapiente arriva infine appositamente e nientemeno che dal Sol Levante: il professore giapponese Toshikazu Hanazato, docente al Dipartimento di Architettura dell’Università Mie di Tokyo e esperto di fama mondiale nel campo delle ricostruzioni post-terremoto.
Due scuole di restauro strutturale a confronto – quella italiana e quella nipponica – per arrivare, nelle intenzioni dell’Amministrazione bassanese, a un unico risultato: fare cioè sintesi delle preziose istruzioni tecnico-scientifiche che saranno rese dai tre illustri ospiti per concepire un progetto di restauro – come specifica l’assessore alla Pianificazione urbana sostenibile Linda Munari, che interviene in conferenza stampa assieme al sindaco Riccardo Poletto e al vicesindaco Roberto Campagnolo – “non solo conservativo, ma in ottica manutentiva”.
Per questo motivo i “tre saggi” interverranno nella tarda mattinata di martedì a un workshop tecnico-operativo, a porte chiuse, nei locali dell’Urban Center.
L’incontro, a cui parteciperanno anche i tre amministratori comunali di cui sopra, è rivolto in particolar modo ai tecnici comunali che avranno il compito di redigere il progetto preliminare del restauro. L’importante compito sarà infatti affidato alle professionalità interne del Comune: cinque tecnici dell’Ufficio Progettazione dell’Area Lavori Pubblici, di cui tre laureati e due diplomati, che saranno impiegati a tempo pieno allo scopo.
Al summit all’Urban Center prenderà inoltre parte, tra gli altri, l’ing. Dario Foppoli, direttore tecnico della società di Sondrio incaricata della ricognizione preliminare delle condizioni del Ponte compiuta lo scorso settembre con le corde sospese. Ci sarà anche l’imprenditore Claudio Giust, in rappresentanza di FederlegnoArredo, l’associazione di categoria che ha offerto il proprio supporto gratuito per l’analisi dei materiali del manufatto. All’incontro tecnico farà quindi seguito, dalle 14 alle 15, un sopralluogo dei tre esperti e di tutto il seguito sul Ponte palladiano.
Sarà un’occasione decisiva per la prossima redazione del progetto di restauro per il quale sono state messe in campo anche “strategie condivise con la sovrintendenza”. E c’è da cogliere la palla al balzo dal momento che, come ricorda il vicesindaco Campagnolo, “abbiamo l’obbligo di andare in gara entro il 2015, almeno per il primo stralcio”.
E per quanto riguarda il money? A fronte di una spesa preventivata per il restauro del monumento di 2,2 milioni di euro, il sindaco Poletto dichiara: “Siamo a oltre metà strada.” Circa 1,2 milioni sono infatti già a disposizione delle casse comunali, con 500mila euro già vincolati a bilancio e ulteriori 700mila deliberati freschi freschi per l’intervento sul Ponte dalla Regione Veneto, a fronte di una richiesta di contributo da parte del Comune di 1 milione e 400mila euro.
Sul contributo regionale – che ha nel vicepresidente della giunta veneta e assessore alla Cultura Marino Zorzato, analogamente al Tempio Ossario, il suo deus ex machina – il sindaco vede il bicchiere mezzo pieno: “C’è ampio spazio per avere dalla Regione altri canali di finanziamento.”
Ma questa è una questione a medio termine. Nell’immediato c’è l’incontro coi tre Re Magi del restauro conservativo che darà luogo, nel nome del Ponte di Bassano, a un inedito gemellaggio tra la grappa e il sakè.