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La notizia è ancora ufficiosa, ma vedrete che prima o poi diventerà ufficiale.
L’Urban Center di Palazzo Sturm a Bassano del Grappa è destinato alla chiusura. Non ancora definitiva, nel senso del progetto in quanto tale: l’idea di un centro di informazione a disposizione dei cittadini per la presentazione e discussione dei progetti che riguardano la città potrebbe infatti ancora rimanere in piedi.
Ma non più nell’attuale sede di via Portici Lunghi, sul retro dello storico palazzo in riva al Brenta, rivelatasi – sotto il profilo del richiamo e dell’accessibilità per il pubblico – un autentico buco nell’acqua.
Dell’Urban Center di Bassano ci siamo già occupati più volte, e non siamo mai stati teneri. Il nostro ruolo di osservatori della città non poteva non accorgersi del veloce declino di una delle migliori potenziali idee dell’attuale Amministrazione comunale: quella di creare un “laboratorio-officina della città (così era stato definito all’inizio), dedicato ai progetti, alle idee e alle proposte per la città di Bassano”.
Non accadeva mille anni fa, ma nell’ottobre del 2010, data della festosa cerimonia inaugurale. Nel giro di appena un anno e mezzo, tuttavia, l’Urban Center si è trasformato da spumeggiante e innovativa “casa dei cittadini” a imbarazzante oggetto misterioso.
Affidato, per la sua gestione, alla disponibilità di un gruppo di volontari e snobbato praticamente da tutti. A cominciare dalla stessa giunta e maggioranza comunale, che quando è stato il caso di informare la città su alcuni importanti progetti previsti o in corso d’opera si sono ben guardate dall’utilizzare gli spazi dell’Urban Center preposti allo scopo.
Qualche esempio? La presentazione dei pannelli progettuali della nuova sede della scuola media Bellavitis, fatti esporre nel gennaio 2011 dall’assessore Dario Bernardi all’ingresso dell’Ufficio Tecnico del Comune.
Altri esempi più recenti? I “Progetti in Piazza”, la mostra promossa dall’assessore all’Urbanistica Rosanna Filippin che nel settembre dell’anno scorso ha presentato al pubblico i principali progetti urbanistici del presente e del futuro di Bassano, comprese le tre proposte selezionate dai privati per l’edificazione dell’Area Parolini (ex Torri di Portoghesi): il tutto nella centralissima “location” della Chiesa di San Giovanni.
E ancora la Chiesa di San Giovanni, da sabato prossimo, in occasione della “Notte Verde del Nordest”, ospiterà la mostra sul Piano della Mobilità Sostenibile – su iniziativa dell’assessore alla Sostenibilità e Mobilità Andrea Zonta – nella quale i cittadini potranno anche scrivere, su un apposito modulo, le proprie osservazioni.
Nel frattempo, le porte dell’Urban Center rimarranno ancora tristemente chiuse: a conferma di un ruolo civico della struttura di Palazzo Sturm che dopo la felice esposizione degli elaborati del Masterplan 2020, nella primavera dello scorso anno, si è sempre più rivelato un clamoroso due di briscola.
Particolare non secondario: la mostra di presentazione del Piano della Mobilità Sostenibile a San Giovanni, come si legge nel programma dell’evento, sarà realizzata “in collaborazione con l’Associazione Urban Center Bassano”.
Ed è proprio questa l’ultima novità: l’Associazione Urban Center – promossa da un gruppo di cittadini per curare in forma sistematica la gestione dello spazio civico e la cui costituzione era stata annunciata ancora in occasione della mostra sul Masterplan – è finalmente realtà. Presto saranno definite le cariche associative e saranno pubblicamente presentati il programma e gli obiettivi del sodalizio.
Ed è proprio uno dei promotori dell’Associazione, da noi interpellato, a riconoscere che ben poco si potrà fare finché la sede dell’Urban Center rimarrà quella attuale, “troppo decentrata e poco accessibile per i cittadini”.
E tra le prime cose in agenda per la nuova Associazione c’è proprio la richiesta, da valutare con l’Amministrazione comunale, di trasferire l’Urban Center in un’altra sede, più centrale e meglio usufruibile per la cittadinanza.
La domanda finale sorge spontanea: ci saranno gli spazi e soprattutto la volontà politica per accoglierla?