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Sussurri e grida. I sussurri sono quelli delle fronde degli alberi piantati sui viali pedonali e in numerosi angoli del campo da golf a tre buche realizzato sul Colle Boschetto ad Angarano, terrazza panoramica che domina la visuale di Bassano del Grappa. E’ l’unico rumore che si percepisce, quando soffia un po’ di vento, nella quasi irreale quiete della vasta area verde del campo da golf sul cui sfondo, a nord, si staglia in tutta la sua estensione il profilo del Grappa.
Le grida sono invece quelle della politica locale, sempre più divisa sul progetto di trasformazione e recupero dell’area agricola in zona adibita ad attività sportiva, a seguito dell’atto di accordo pubblico-privato tra il Comune di Bassano e la società proprietaria dell’area (Brolo Bassano S.r.l., ora Chimes Servizi S.r.l., che fa riferimento all’imprenditore Carlo Simoncello e ai due figli, Diego Napoleone e Carlotta) approvato e siglato dalla giunta Cimatti, adottato dal consiglio comunale e di prossima discussione, per l’approvazione definitiva, nel consiglio comunale medesimo.
Un confronto sull’orlo di una crisi di nervi che ha vissuto il suo ultimo (per il momento) clamoroso atto nel corso dell’affollato incontro di presentazione del progetto tenutosi ieri pomeriggio all’Urban Center, con l’assessore comunale all’Urbanistica Mauro Beraldin – apertamente contrario, diversamente dal suo predecessore Rosanna Filippin, all’impianto sportivo-ricreativo di Colle Boschetto – che ha dato pubblicamente dell’“imbroglione” all’arch. Carlo Ziliotto, progettista a livello urbanistico del campo da golf. Mettendosi in contraddizione, di fatto, con il suo stesso dirigente: l’arch. Adriano Ferraro, responsabile dell’Ufficio comunale Urbanistica, che solo pochi minuti prima aveva confermato – con numeri, dati e carte alla mano – la regolarità dell’iter di approvazione del progetto da parte del Comune.
Abbiamo l’opportunità di visitare in modo approfondito l’“oggetto del contendere” proprio grazie all’incontro promosso dall’Associazione Urban Center Bassano che a seguito dell’animato appuntamento di ieri ha previsto per questa mattina una visita all’area di progetto, curata dall’arch. Ziliotto.
Un’occasione che ci dà anche la possibilità di realizzare un’esclusiva photogallery, correlata a questo articolo, che per la prima volta presenta il nuovo campo da golf, con gli edifici connessi ancora in attesa di trasformazione, nella sua completezza.
La prima cosa che ci colpisce, entrando nella proprietà Simoncello, è la presenza nel campo pratica di alcune sacche con le mazze da golf, in procinto di essere usate da un paio di praticanti.
L’impianto sportivo – cosa che non sapevamo – è infatti già completo e praticabile: ma non ancora dal pubblico. Cosa che sarà possibile solo dopo l’approvazione finale dell’atto di accordo in consiglio comunale. Attualmente può essere usato per “andare in buca” solo dai proprietari, e da persone dagli stessi invitate in forma privata. L’area è dotata di un campo pratica, con delle basi di tappeto in erba sintetica (l’unica nell’intera struttura) e di un putting green e di un pitching green sempre per la pratica. Completa il tutto il percorso delle 3 buche, ubicate su altrettanti fazzoletti di terreno con una superficie totale di circa 1000 metri quadrati di green, ovvero di tappeto erboso rigorosamente rasato.
La seconda cosa – molto più evidente – che salta all’occhio è l’accurata sistemazione delle piante in mezzo e ai lati del “mare verde” dei 72mila metri quadri complessivi dell’area: tra cui numerosi ulivi, una fiorita isola di aiuole, siepi ad alto fusto e filari di alberi da frutto autoctoni.
“Le piante da frutto servono anche a richiamare gli animali” – ci dice Carlotta Simocello, che sottolinea nell’occasione l’attenzione riposta alla valorizzazione del paesaggio.
Eppure, nei confronti di quello che agli occhi del visitatore casuale appare come un piccolo Eden pedemontano, si è scatenato e si sta ancora scatenando un acceso dibattito. Per gli oppositori dell’intervento, tra cui il consigliere regionale della Lega Nord Nicola Finco, si tratta “di un progetto scellerato che va a stravolgere completamente il paesaggio” in un’area di pregio ambientale e collinare e a ridosso del complesso rinascimentale di Villa Angarano Bianchi Michiel a S. Eusebio.
Anche perché, oltre alla parte “verde” del campo da golf, sussiste la questione dei due edifici già esistenti nell’area – e risalenti alla precedente proprietà Sergio Zonta – che in base al progetto cambieranno volto: ristrutturato in Club House il primo, e suddiviso in due immobili residenziali separati il secondo.
C’è molta carne al fuoco, e approfittiamo della presenza dell’arch. Ziliotto per capire e sintetizzare il passato, il presente e il futuro di tutta la storia.
La cronistoria è servita
La prima notizia è che l’inizio di tutta la vicenda risale al 2008, e quindi all’Amministrazione Bizzotto. “Siamo andati una mattina da Bizzotto – afferma l’architetto – a parlare del nostro progetto e lui ci ha detto: “Bravissimi, è un’ottima idea”. Anche se lui successivamente lo ha sempre smentito.”
E l’area interessata dall’intervento, come ricorda Carlo Simoncello, è stata successivamente visitata dalla Commissione Urbanistica dell’epoca (assessore Bottecchia). “La comunicazione e la trasparenza c’è sempre stata” – commenta il proprietario.
Da quel sopralluogo sono emerse le indicazioni delle prime modifiche al progetto originale, che era molto più impattante. “Nel 2009 – prosegue Ziliotto – pensavamo di inglobare il progetto come osservazione al Piano delle Colline, ma non era la strada giusta. Da qui, a seguito di ulteriori contatti col Comune, siamo arrivati successivamente all’accordo di programma.”
Nel frattempo la trasformazione dell’area era già iniziata, non senza intoppi.
A seguito della denuncia di un cittadino, la proprietà si era trovata a fronteggiare la segnalazione di tre abusi edilizi, riguardanti – rispettivamente – il tappeto in erba sintetica del campo pratica, la staccionata di delimitazione dei lati sud e ovest e i movimenti terra per la realizzazione dei terrapieni del campo sportivo. “In sede di domanda di compatibilità ambientale – spiega il progettista – sono state pagate le ammende. Ora tutto è sanato e lecito.”
Nel 2011 è stato quindi siglato l’accordo di programma pubblico-privato con l’Amministrazione comunale di Bassano, a seguito della dichiarazione di “rilevante interesse pubblico” della struttura da parte del Comune. Accordo che lo scorso mese di giugno – per un solo voto di scarto – è stato quindi recepito, con adozione della relativa variante al Piano degli interventi, dal consiglio comunale.
L’accordo, in sintesi, prevede la “realizzazione di un campo promozionale da golf in area agricola” e la “trasformazione di parte della capacità edificatoria” (e cioè il già esistente primo edificio residenziale) a Club House, nonché la trasformazione di parte della stessa capacità edificatoria (e cioè il secondo edificio residenziale) in due separate unità immobiliari senza variare gli attuali metri quadri e metri cubi complessivi già di diritto.
Lo stesso accordo prevede il cosiddetto “tornaconto” al Comune: ovvero un “bonus” di controvalore economico all’interno del parcheggio pubblico di 463 metri quadri previsto sul lato ovest di viale Scalabrini.
Qui saranno ricavati 60 posti auto, in parte già imposti dagli standard urbanistici e in parte appunto aggiunti dalla proprietà come tornaconto all’ente pubblico. Altri 40 – 50 posti auto saranno invece riservati ai frequentatori dell’impianto sportivo. Un ulteriore tornaconto al Comune stabilito dal documento è rappresentato dalla servitù a uso pubblico dei viali e dei percorsi di passaggio all’interno dell’area.
La nostra visita fa quindi tappa in uno dei due edifici in attesa di trasformazione: l’immobile residenziale – che è un lotto edificabile, attualmente abbandonato – che si affaccia sulla “riva” del Boschetto verso viale Scalabrini.
“Saranno ricavati due immobili separati, che saranno abbassati fino allo stesso livello del campo da golf – ci dice l’arch. Ziliotto -, con tetti e pareti verdi, ricoperti di piante.”
“L’edificio, scisso in due abitazioni secondo le tipologie odierne, avrà un minore impatto visivo e ambientale – aggiunge Carlotta Simoncello -. Oggi questa casa si vede da viale dei Martiri, in futuro non si vedrà più.”
Ristrutturazione “in riduzione”, rispetto all’impatto visivo, anche per l’altro edificio, destinato ad ospitare la Club House. “Sarà abbassato il colmo del tetto – anticipa il progettista – e ai lati saranno ricavate due parti a gradoni inerbiti. L’Ulss ci ha prescritto di inerbire anche il tetto nord e la parete est. All’interno dell’immobile sarà allestita una sala ristorante.”
“Sono rispettati tutti i vincoli – sottolinea Carlo Simoncello -. Il vincolo cimiteriale, il vincolo di icona del paesaggio e il vincolo della Regione relativo alla vicinanza con Villa Bianchi Michiel, che arriva vicino al limite della proprietà.”
E’ l’identikit della struttura sportiva e ricreativa che oltre all’utenza locale e comprensoriale si rivolgerà ai turisti amanti del golf e anche agli agonisti per specifiche necessità: sarà infatti il campo di riferimento per i mesi autunnali e invernali del Golf Club Asiago che manderà ad allenarsi a Bassano le squadre giovanili.La discarica ripulita e lo sfogo dell’architetto
La visita guidata all’area di Colle Boschetto si conclude nei pressi della futura Club House, sul parapetto che guarda su viale Scalabrini e sulla superficie del futuro parcheggio pubblico e di servizio che arriva fino al limite delle vie Melchiorazzo e Colombare. Da qui sopra, parte il viottolo che costeggia il lato est del cimitero di Angarano, il cui muro edificato dal Comune (si veda la nostra foto in photogallery) ha un impatto visivo notevole.
La “riva” in discesa verso la strada che porta a S. Eusebio è costellata di ulivi: ma l’immagine che vediamo oggi, prima non era così. “L’area, che è stata acquisita da altri proprietari, era infestata di erbacce – rivela il progettista -. Erano 49 anni che non veniva ripulita ed era una discarica a cielo aperto. Abbiamo trovato di tutto: parti di motore, fusti di olio esausto, resti biologici “d’epoca”. Gli ulivi erano sepolti tra la boscaglia e le immondizie. La proprietà li ha medicati e recuperati, e ne ha impiantati degli altri.”
Dal sottostante parcheggio, per salire a piedi fino al campo da golf, sarà utilizzata una stradina già esistente. Ma è anche allo studio, allo scopo, la realizzazione di un ascensore inclinato.
E a margine della visita conoscitiva – che fa seguito al recente open day della struttura a cui ha partecipato oltre un centinaio di persone – l’arch. Carlo Ziliotto, incalzato dal cronista, sveste i panni del tecnico distaccato per esprimere la sua personale opinione sulla vicenda.
“Sono deluso per le polemiche che riguardano questo progetto – si sfoga il professionista -. I benpensanti, come il consigliere regionale Nicola Finco, dicono che per opporsi al campo da golf si devono muovere le associazioni.
Ad oggi le associazioni non hanno mai detto niente. Se non dicono niente, vuol dire che non hanno nulla da rilevare. L’unica che si è mossa è stata la Lega Antivivisezione, e mi risulta sia l’unico caso in cui la Lega Antivivisezione sia intervenuta su una questione urbanistica.”
“Riguardo alle osservazioni sull’accordo di progetto – conclude – ho notizia di un’osservazione presentata da alcuni professionisti secondo i quali il tornaconto del Comune ammonterebbe alla spesa di un milione di euro. Non ci siamo proprio: il tornaconto ha avuto l’avallo dell’Agenzia delle Entrate di Vicenza e ammonta a circa 185mila euro. Sono molto deluso, un progetto che si rende usufruibile alla città è diventato motivo di contendere di beghe forse anche personali.”
La nostra finestra con vista sul Golf si chiude qui. Ma non si chiude ancora la questione: la pallina, terminata la fase delle osservazioni, passa ora nuovamente alla politica, ovvero al consiglio comunale. Tra i cui banchi – con le attuali lune di coalizione e viste le divergenze interne, sull’argomento, della stessa giunta comunale – qualcuno, dal suo personale green di maggioranza, potrebbe riservare un colpo segreto: il tiro mancino.